16/12/2016 - 17.31
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Crisi MPS, depositi in fuga mentre la banca tenta l'impossibile

Occhi puntati sulla crisi di Montepaschi, pronta a deflagrare come una bomba atomica giusto in tempo per il Capodanno. La banca ha infatti le ore contate, tanto che l'incertezza sul futuro e la possibile nazionalizzazione hanno intimorito i risparmiatori, facendo colare a picco la raccolta di depositi.

Una lettura attenta dei prospetto informativo per la riapertura dell'offerta dei titoli subordinati evidenzia che c'è stata un'emorragia di depositi: da fine settembre al 13 dicembre sono stati persi 6 miliardi, di cui 2 miliardi dal 4 dicembre, data del referendum costituzionale. Questi vanno ad aggiungersi ai 13,8 miliardi persi nei primi nove mesi dell'anno, portando a 20 miliardi bruciati nel corso del 2016.

Dopo la bocciatura della proroga da parte della BCE, che ha aperto all'ipotesi nazionalizzazione dell'Istituto senese, Banca MPS sta tentando l'impossibile, per chiudere in soli 5 giorni l'aumento di capitale, nell'incombere delle festività natalizie. L'operazione scadrà mercoledì 21 dicembre 2016, alla vigilia della riunione dell'ultimo Consiglio dei Ministri prima del Natale, convocato per giovedì 22 dicembre 2016. In caso di insuccesso, si passerà ad un Piano B che prevede di fatto la nazionalizzazione dell'Istituto senese.

Il Consiglio di amministrazione di Banca MPS, riunitosi ieri dopo il via libera arrivato da Consob, ha dato avvio oggi all'aumento di capitale "inscindibile" da 5 miliardi, con termine alle ore 14:00 del 21 dicembre 2016.